
Teatro in carcere: lo spettacolo teatrale “Totò e Vicé” alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca”
Nell’ambito del progetto teatrale Passi Sospesi di Balamòs Teatro negli Istituti Penitenziari di Venezia, e in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Mercoledì 20 Novembre 2019, alle ore 16.00, presso la sala teatro della Casa di Reclusione Femminile di Giudecca (Venezia), Balamòs Teatro in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto e il sostegno del International Network Theatre in Prison (ITI – Unesco Partner), il Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere e l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, organizza un’iniziativa sul teatro in carcere con la presentazione dello spettacolo “Totò e Vicé”, tratto da un testo di Franco Scaldati e diretto e interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi.
Sarà un’occasione per fare una riflessione sul ruolo del teatro in carcere e confrontarsi sul rapporto tra il carcere e il territorio per capire se, e come, la società possa contribuire nel percorso rieducativo della pena. In questa circostanza la comunità esterna e il carcere si incontrano attraverso il teatro in una straordinaria occasione di formazione teatrale e umana. Alla presentazione dello spettacolo sarà presente oltre alla popolazione detenuta, un gruppo di spettatori esterni, gli studenti del secondo anno dell’Accademia Teatrale Veneta, studiosi, critici, accademici (ingresso riservato). Alla fine dello spettacolo è previsto un incontro tra la compagnia e gli spettatori presenti.
La collaborazione tra il Teatro Stabile del Veneto, la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca e Balamòs Teatro, sancita con un Protocollo d’Intesa, ha come obiettivo quello di ampliare, intensificare e diffondere la cultura teatrale dentro e fuori la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, attraverso un ricco e complesso programma di pedagogia teatrale che cura il regista e pedagogo teatrale Michalis Traitsis.
Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno all’attivo una collaborazione che dura da quasi quarant’anni. La complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che hanno scelto per esprimere la loro poetica. Da qualche tempo si sono incontrati con Totò e Vicé, teneri e surreali clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano, e nelle loro parole, gesti, pensieri, giochi si sono subito specchiati. Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra il mondo terreno e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere.
Il teatro, il vero teatro, il teatro che ti toglie il fiato con un nulla, il teatro che non distingue tra vivi e morti, il teatro che ti sfugge di mano e intanto però ti insegna il mistero dell’amore, il teatro che mette in scena due poveri cristi in una penombra di lumini e modeste luminarie e di fatto ti fa sentire l’insopportabile luce della felicità, il teatro che ti sembra logoro ed effimero e che al contrario ti riempie l’anima fino alla commozione più grata. Questo teatro l’abbiamo conosciuto come un miraggio in una notte in cui sono spuntati Enzo Vetrano e Stefano Randisi, valigia di cartone in pugno, a dire e ridire attorno a una panchina con disorientata bellezza le battute umanissime di Totò e Vicé…
Rodofo Di Giammarco – La Repubblica
Lo spettacolo è un vero capolavoro: quei due clown marginali, precipitati dal buio in uno spazio popolato solo da una panchina e da tanti lumini, parlano di vita, di smarrimenti, di fantasmi con l’ingenuità dei bambini o dei poeti… Sono morti? Sono vivi? Ci ricordano come quei confini siano labili, continuamente transitori. Con ritmi teatrali impeccabili ci fanno ridere un po’ acre. Ci fanno pensare. Sognare.
Massimo Marino – Il Corriere della Sera
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