
Replica Troiane a Padova
BALAMòS TEATRO – PROGETTO TEATRALE PASSI SOSPESI 2012
REPLICA DELLO SPETTACOLO “LE TROIANE” CON LE ALLIEVE DEL LABORATORIO TEATRALE “PASSI SOSPESI” DELLA CASA DI RECLUSIONE FEMMINILE DI GIUDECCA
VENERDì 4 MAGGIO 2012 – ORE 20.00 – TEATRO MADDALENE – PADOVA
Lo spettacolo teatrale “Le Troiane”, libero adattamento dall’omonima tragedia di Euripide e diretto da Michalis Traitsis di Balamòs Teatro, ha concluso il progetto teatrale “Passi Sospesi” presso la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca per l’anno 2011 lo scorso Dicembre, ed è stato replicato il 21 Gennaio 2012, presso l’Istituto Penitenziario Femminile della Giudecca.
“Le Troiane” è stato replicato Venerdì 4 Maggio 2012, alle ore 20.00, al Teatro Maddalene di Padova, nell’ambito del Festival “relAzione Urbana” a seguito dell’incontro “la Scena del Carcere” a cura del Coordinamento Nazionale Teatro e Carcere.
“Le Troiane” è l’immagine di una città, Troia, devastata da una interminabile guerra. “Le Troiane” è l’immagine di un Coro di donne piangenti, private di tutto, sposi, figli, patria, libertà, speranza, mentre aspettano di essere sorteggiate come schiave e di essere quindi deportate.
“Le Troiane” è l’immagine della violenza dei vincitori quando si riversa su quanti le guerre non le combattono direttamente ma le subiscono, soprattutto donne e bambini.
“Le Troiane” è una tragedia in cui le donne raccontano il dolore dei vinti. Tutto è già accaduto, l’azione drammatica è tessuta di ricordi, di sogni, di violenza, di sguardi smarriti che sostanzia l’attesa delle donne prigioniere. In quel lembo di terra tra il mare e le macerie di Troia, tra i vincitori che partono e la città che brucia, le Troiane parlano, raccontano, urlano, bisbigliano, lasciano che la guerra e il dolore risuonino nella loro anima. Non c’è tempo per azioni, ma solo una sospensione del tempo che diventa interminabile attesa.
“Le Troiane” può essere vista come la tragedia dello sradicamento. Non c’è sradicamento più devastante di quello che non solo costringe un popolo ad abbandonare la propria terra, ma perfino lo priva, attraverso la distruzione della stessa, della speranza di potervi un giorno tornare. Non c’è sradicamento più violento di quello che non solo divide gli uomini dalle donne, i figli dalle madri, i vivi dai morti, ma anche separa dal proprio suolo, e distrugge una comunità dalla scena del mondo.
Euripide non propone soluzioni, non esprime giudizi espliciti, lancia solo spunti di riflessione, mostra una sensibilità singolare, apre nuove possibilità di interpretazione della realtà, talora contraddittoria. La sua poesia cosi attuale, insegna anche oggi a non restare indifferenti.