LE TROIANE – Casa di Reclusione Femminile di Giudecca
Lo spettacolo teatrale “Le Troiane” diretto da Michalis Traitsis, ha concluso il progetto teatrale “Passi Sospesi” presso la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca per l’anno 2011 ed è stato presentato per la prima volta all’interno dell’Istituto Penitenziario femminile il 21 Dicembre 2011. Lo spettacolo è stato riallestito per l’anno 2012, ed è stato replicato il 21 Gennaio 2012, all’interno dell’Istituto Penitenziario e il 4 Maggio 2012 presso il Teatro Le Maddalene di Padova, nell’ambito del festival “Relazione Urbana”.
“Le Troiane” è l’immagine di una città, Troia, devastata da una interminabile guerra. “Le Troiane” è l’immagine di un Coro di donne piangenti, private di tutto, sposi, figli, patria, libertà, speranza, mentre aspettano di essere sorteggiate come schiave e di essere quindi deportate.
“Le Troiane” è l’immagine della violenza dei vincitori quando si riversa su quanti le guerre non le combattono direttamente ma le subiscono, soprattutto donne e bambini.
“Le Troiane” è una tragedia in cui le donne raccontano il dolore dei vinti. Tutto è già accaduto, l’azione drammatica è tessuta di ricordi, di sogni, di violenza, di sguardi smarriti che sostanzia l’attesa delle donne prigioniere. In quel lembo di terra tra il mare e le macerie di Troia, tra i vincitori che partono e la città che brucia, le Troiane parlano, raccontano, urlano, bisbigliano, lasciano che la guerra e il dolore risuonino nella loro anima. Non c’è tempo per azioni, ma solo una sospensione del tempo che diventa interminabile attesa.
“Le Troiane” può essere vista come la tragedia dello sradicamento. Non c’è sradicamento più devastante di quello che non solo costringe un popolo ad abbandonare la propria terra, ma perfino lo priva, attraverso la distruzione della stessa, della speranza di potervi un giorno tornare. Non c’è sradicamento più violento di quello che non solo divide gli uomini dalle donne, i figli dalle madri, i vivi dai morti, ma anche separa dal proprio suolo, e distrugge una comunità dalla scena del mondo.
Euripide non propone soluzioni, non esprime giudizi espliciti, lancia solo spunti di riflessione, mostra una sensibilità singolare, apre nuove possibilità di interpretazione della realtà, talora contradditoria. La sua poesia cosi attuale, insegna anche oggi a non restare indifferenti.