appunti ANTIGONE-Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore di Venezia
Con lo spettacolo “appunti Antigone” diretto da Michalis Traitsis, si è concluso il progetto teatrale “Passi Sospesi” per l’anno 2012 alla Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore di Venezia.
“appunti Antigone” è stato presentato il 19 Dicembre 2012 dal gruppo degli allievi detenuti dell’Istituto Penitenziario veneziano insieme ad un gruppo di allievi del laboratorio teatrale del Centro Teatro Universitario di Ferrara, in seguito ad un precedente incontro di laboratorio che si è svolto nel mese di luglio dal titolo “il lamento di Ismene” (sempre ispirato alla storia di Antigone).
“appunti Antigone” racconta sinteticamente la storia di Antigone, che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe Creonte. Scoperta, Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell’indovino Tiresia e alle suppliche del coro, Creonte decide infine di liberarla, ma troppo tardi, perché Antigone nel frattempo si è uccisa. Questo porta al suicidio il figlio di Creonte, Emone (promesso sposo di Antigone), e poi la moglie di Creonte, Euridice, lasciando Creonte solo a maledire la propria stoltezza.
Il dramma offre uno spunto di riflessione sul conflitto tra Antigone, giovane donna fragile fisicamente ma forte moralmente, di rispettare le leggi non scritte della natura (fìsis) e quella di Creonte tesa a imporre la forza dello Stato e della legge (nòmos).
Antigone ribelle, Antigone dolente, Antigone eroica, Antigone martire, Antigone figlia, Antigone sorella, Antigone promessa sposa, che si oppone alla legge della città in nome dei diritti della famiglia e del sangue. Da quando Sofocle ha messo in scena la figlia di Edipo nel suo confronto epocale con il re di Tebe Creonte, Antigone è stata elevata a modello della ribellione individuale contro la sopraffazione dello stato e raramente ha potuto abbandonare questo ruolo. Dovunque ci siano discriminazioni razziali, conflitti, intolleranze religiose, dovunque una minoranza levi la sua voce a reclamare giustizia, Antigone torna ad assumere il ruolo dell’eroina che sfida i regimi totalitari in nome di una pietas universale che “si estende dai fratelli di sangue a tutti gli uomini sentiti come fratelli, superando cosi ogni ethos tribale-nazionale”.